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Going postal: uffici postali e giustizieri

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Going postal: uffici postali e giustizieri

Il termine going postal si usa per indicare un attacco d’ira avvenuto sul luogo di lavoro, spesso rivolto contro il manager o i propri colleghi. Deriva da going mad (andare su tutte le furie) oppure da going mental (andare fuori di testa).

Ma cosa c’entrano le poste?

Questo modo di dire nasce in America, quando nel corso degli anni ottanta si verificò un’insolita sequenza di sparatorie all’interno degli uffici postali da parte di alcuni dipendenti scontenti delle proprie condizioni di lavoro. All’inizio furono considerati dei casi isolati, scaturiti da qualche forma di squilibrio mentale che affliggeva gli aggressori.

Dato il clamore mediatico non è trascorso molto tempo prima che venissero a galla le condizioni di sfruttamento e sopraffazione che vigevano in molti uffici postali americani di quel periodo. In quegli anni infatti era in atto una massiccia riorganizzazione del servizio postale nazionale che vide in molti casi l’abbassamento degli stipendi e l’introduzione di nuove procedure che aumentavano l’efficienza del servizio a scapito del lavoratore che si trovava oberato di norme incomprensibili e di lavoro da svolgere. Come se non bastasse, molti manager approfittavano della propria posizione di potere per spadroneggiare sui dipendenti mettendo in atto abusi sistematici.

In seguito a queste vicissitudini going postal è entrato nella cultura popolare inglese. Per fare un esempio in una scena del film “Jumanji” (1995) il cacciatore Van Pelt si reca in un negozio di armi da fuoco per sostituire il suo vecchio fucile. Il commesso del negozio, dopo avere notato l’aria folle del cacciatore mentre maneggia armi di grosso calibro, gli domanda se per caso non sia un impiegato delle poste.

Se vi piacciono i libri in lingua straniera potete leggere il romanzo fantasy “Going Postal” del grande Terry Pratchett. Si tratta di una storia satirica in cui il protagonista si ritrova a dover riaprire per punizione divina l’ufficio postale di una disastrata metropoli.

Ritornando al cinematografo, un film la cui trama non è altro che un going postal in crescendo è “Un giorno di Ordinaria Follia” (1993). Racconta la storia del reduce del vietnam Bill, interpretato da Michael Douglas, la cui vita sta andando a rotoli nonostante tutti i suoi sacrifici. Un bel mattino, non sopportando più di essere imbottigliato nel traffico, abbandona l’auto in mezzo alla strada per andarsene in giro a piedi. Forse un’improvvisa forma di wanderlust? Da questo momento fino alla fine della giornata assisteremo ad un rapido climax di devastazione e follia.

Se vogliamo estendere il concetto di going postal all’avversione per l’ingiustizia sociale e la percezione di dover reagire in modo radicale non possiamo dimenticare il film cult “Taxi Driver” di Martin Scorsese (1976). Qui il protagonista intraprende la carriera di tassista notturno per far fronte alla sua insonnia, ma una notte di servizio dopo l’altra si accorge della criminalità e della decadenza che invadono le strade di New York e sogna di poter ripulire la città una volta per tutte.

Che fare quindi dinanzi alle ingiustizie che vediamo ogni giorno? Esiste una soluzione pacifica, un’alternativa ad un violento raptus di giustizia? Ma soprattutto, sapete dirmi dove posso comprare una Magnum .44?