Clima impazzito, eco-ansia garantita
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- Notizia pubblicata il 28 aprile 2025
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- Scritto da Daniele Franzoso
Molti di noi avranno notato che il riscaldamento climatico e i disastri ambientali sono un tema sempre più presente nei notiziari e nelle discussioni tra persone.
Messi continuamente di fronte a questa crescente minaccia che potrebbe completamente distruggere il nostro stile di vita, e forse la nostra stessa esistenza, viene naturale sentirsi ansiosi.
Per fortuna, si fa per dire, non siamo i soli, L'eco-ansia è un fenomeno in rapida ascesa soprattutto tra i più giovani. Secondo un sondaggio pubblicato sul Lancet Planetary Health, che ha intervistato migliaia di ragazzi tra i 16 e i 25 anni, è emerso che l'85% di loro è moderatamente preoccupato, il 58% è molto o estremamente preoccupato e il 38% dichiara che questa costante preoccupazione sta interferendo con la vita quotidiana.
Non c'è da stupirsi insomma se per i giovani è così difficile progettare attivamente il proprio futuro, arrivati a credere che non ve ne sia neanche uno.
L'eco-ansia ha effetti sulla salute delle persone che ne soffrono, giovani e non, essendo associata a sintomi depressivi, stress cronico, attacchi di panico e insonnia, per citane alcuni.
Per meglio comprendere questo fenomeno è possibile scomporlo in tre raggruppamenti di significato. L'eco-ansia è:
- Una risposta ansiogena nei confronti di minacce ecologiche che spingerebbe ad adottare una reazione difensiva.
- Una risposta autoriferita che include vergogna e senso di colpa per aver causato danno a qualcosa di ecologicamente importante.
- Una risposta legata a sentimenti di lutto nei confronti di un bene ecologico che è andato perduto.
L'insorgere di questa esperienza è anche legato alle proprie convinzioni. Nonostante l'enorme quantità di prove scientifiche a favore del cambiamento climatico, esiste una fetta rilevante di popolazione che nega accanitamente questo fenomeno o, nel migliore dei casi, rimane dubbiosa al riguardo.
L'eco-ansia tuttavia non è un destino da subire passivamente, anzi. E' il campanello d'allarme che suona per dirci che qualcosa a cui noi teniamo moltissimo è in pericolo. Essa ci vuole spingere ad attivarci per comprendere il problema e partecipare alla sua risoluzione. Non importa quanto possiamo sentirci impotenti al riguardo, possiamo sempre fare una piccola differenza se decidiamo di metterci d'impegno. Negare questa opportunità significa sacrificare ogni speranza sull'altare della paura che questo cambiamento epocale porta con sé. Possiamo fare finta di niente o convincerci che sia tutto un malinteso, ma questo non cambierà la realtà dei fatti: il mondo sta cambiando e le nostre vite sono in ballo.
Se ti è piaciuto questo testo o hai a cuore il tema appena discusso, puoi leggere il mio ultimo articolo uscito sul nuovo numero di REM. Al suo interno intervisto una piccola realtà adriese su questioni legate alla nostra responsabilità per il futuro, all'ambiente e al cambiamento sociale!
Messi continuamente di fronte a questa crescente minaccia che potrebbe completamente distruggere il nostro stile di vita, e forse la nostra stessa esistenza, viene naturale sentirsi ansiosi.
Per fortuna, si fa per dire, non siamo i soli, L'eco-ansia è un fenomeno in rapida ascesa soprattutto tra i più giovani. Secondo un sondaggio pubblicato sul Lancet Planetary Health, che ha intervistato migliaia di ragazzi tra i 16 e i 25 anni, è emerso che l'85% di loro è moderatamente preoccupato, il 58% è molto o estremamente preoccupato e il 38% dichiara che questa costante preoccupazione sta interferendo con la vita quotidiana.
Non c'è da stupirsi insomma se per i giovani è così difficile progettare attivamente il proprio futuro, arrivati a credere che non ve ne sia neanche uno.
L'eco-ansia ha effetti sulla salute delle persone che ne soffrono, giovani e non, essendo associata a sintomi depressivi, stress cronico, attacchi di panico e insonnia, per citane alcuni.
Per meglio comprendere questo fenomeno è possibile scomporlo in tre raggruppamenti di significato. L'eco-ansia è:
- Una risposta ansiogena nei confronti di minacce ecologiche che spingerebbe ad adottare una reazione difensiva.
- Una risposta autoriferita che include vergogna e senso di colpa per aver causato danno a qualcosa di ecologicamente importante.
- Una risposta legata a sentimenti di lutto nei confronti di un bene ecologico che è andato perduto.
L'insorgere di questa esperienza è anche legato alle proprie convinzioni. Nonostante l'enorme quantità di prove scientifiche a favore del cambiamento climatico, esiste una fetta rilevante di popolazione che nega accanitamente questo fenomeno o, nel migliore dei casi, rimane dubbiosa al riguardo.
L'eco-ansia tuttavia non è un destino da subire passivamente, anzi. E' il campanello d'allarme che suona per dirci che qualcosa a cui noi teniamo moltissimo è in pericolo. Essa ci vuole spingere ad attivarci per comprendere il problema e partecipare alla sua risoluzione. Non importa quanto possiamo sentirci impotenti al riguardo, possiamo sempre fare una piccola differenza se decidiamo di metterci d'impegno. Negare questa opportunità significa sacrificare ogni speranza sull'altare della paura che questo cambiamento epocale porta con sé. Possiamo fare finta di niente o convincerci che sia tutto un malinteso, ma questo non cambierà la realtà dei fatti: il mondo sta cambiando e le nostre vite sono in ballo.
Se ti è piaciuto questo testo o hai a cuore il tema appena discusso, puoi leggere il mio ultimo articolo uscito sul nuovo numero di REM. Al suo interno intervisto una piccola realtà adriese su questioni legate alla nostra responsabilità per il futuro, all'ambiente e al cambiamento sociale!