Un discorso da Nulla
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- Pubblicazione: 20 ott 2025
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- Scritto da Daniele Franzoso
Recentemente mi è capitato di riflettere su un concetto che ogni tanto assale i pensieri di noi sapiens moderni. Sto parlando del Nulla. Mi sono chiesto: come descriverlo? Ecco il risultato.
Il gruccione è un minuto uccello appartenente alla famiglia dei meropodi, apprezzato per il suo piumaggio dai vivaci toni verdi, gialli, azzurri e marroni. Il suo becco lungo e leggermente ricurvo, unito al fisico longilineo, lo rende un impareggiabile catturatore di insetti volanti.
Nidifica in colonie soprattutto in pianura e in collina, prediligendo ambienti soleggiati e asciutti come prati, boschetti sparsi, rive sabbiose e ambienti agricoli con vegetazione cespugliosa. Una volta individuato il territorio ideale, il gruccione scava lunghi cunicoli sotterranei dove la femmina depone dalle cinque alle otto uova.
In quanto uccello migratore a lungo raggio, giunge in Europa poco prima dell’estate e riparte con i primi freddi per svernare in Africa. Sono state riconosciute due differenti rotte migratorie: i gruccioni che hanno nidificato nel sud-ovest dell’Europa attraversano lo Stretto di Gibilterra e il Sahara per raggiungere l’Africa occidentale; quelli dell’Europa orientale attraversano i paesi levantini per approdare nell’Africa dell’est.
In Italia, le colonie più numerose si trovano nella Pianura Padana e lungo la costa adriatica. Sono presenti anche in altre regioni centrali e nelle isole. In generale sono molto apprezzati per la loro bellezza e per il fatto che il loro arrivo annuncia l’approssimarsi dell’estate.
Giunti a questo punto vi starete chiedendo: cosa c’entra l’ornitologia? Il problema del parlare del Nulla è che qualunque discorso su di esso è comunque Qualcosa. Più tentiamo di descriverlo e più ce ne allontaniamo. Quando pronunciamo la parola 'Nulla', creiamo immediatamente un referente mentale, un'immagine, un concetto. Il linguaggio, per sua natura, è creazione di presenza. Ogni volta che nominiamo l'assenza, la trasformiamo in presenza linguistica. È come il paradosso del gatto di Schrödinger applicato alla semantica: l'atto stesso dell'osservazione (o della nominazione) altera irrimediabilmente l'oggetto osservato.
In questo senso, ispirandoci ai filosofi orientali, possiamo dire che "il Nulla di cui si può parlare non è il Vero Nulla". E’ noto che i maestri Zen rispondessero alle domande più profonde con il silenzio oppure con storie particolarmente assurde (i famosi koan zen)
D’altro canto Tutto e Nulla esistono solo in relazione l’uno con l’altro. La conclusione a cui sono arrivato è che il modo migliore di affrontare la questione è di parlare di tutt’altro, una perversa forma di apofatismo, la “via negativa” usata dai teologi medievali che cercavano di descrivere Dio solo attraverso ciò che Egli non è.
In questa breve digressione sui gruccioni abbiamo distolto la nostra mente dal Nulla permettendogli quindi di espandersi in tutta la sua vertiginosa immensità, anche se non eravamo lì per assistervi (altrimenti sarebbe scomparso). Come l'orizzonte definisce il nostro campo visivo senza mai essere raggiungibile, così il Nulla definisce i confini del pensabile rimanendo eternamente al di là di essi. I gruccioni migrano verso sud seguendo rotte millenarie. Noi migriamo tra Tutto e Nulla senza mai posarci definitivamente né sull'uno né sull'altro.
In conclusione, spero che questa breve discussione sia stata per voi stimolante e che non ci abbiate capito Nulla.