Descrizione
Marilisa Andretta ha scritto e intrecciato sapientemente le sue composizioni, inanellando impressioni, figure folgoranti e improvvise riflessioni sapienti in un insieme luminoso e vibrante. E mi è apparsa l’armonia sotterranea – e la precisione descrittiva, a volte quasi chirurgica – di questo variopinto tappeto di piccole e grandi storie ed esperienze di vita, risultato di un preciso percorso di lucida scelta di parole, ritmi e immagini che non si concedono all’improvvisazione di un istante di rapimento poetico, ma si inseriscono in un bellissimo disegno di intelligente autobiografia in versi. Ho visto allora snodarsi le tappe di un percorso di vita variegato e ricco, in cui il talento del medico si è allargato e approfondito in una concreta, meticolosa conquista del linguaggio della poesia. A volte sono testi brevi, istantanei riflessi di uno stato d’animo, di un’immagine che trascorre veloce, di un gioco di luce o di nuvole, di riflessi su un viso amato, come nelle brevi poesie dedicate alla figlia bambina, o a un gesto d’amore, a un trascolorare d’umore; a volte sono liriche più lunghe, in cui l’emozione del momento si fa lentamente – verso dopo verso – dono di saggezza. E la penna segue l’istantaneo e il riflessivo, in un itinerario di maturazione che si innerva su quei temi profondi che ciascuno di noi sente e affronta nel suo percorso di vita, che è poi sempre un percorso circolare, in cui le nostre esperienze si ripetono e si approfondiscono in relazione al compiersi inesorabile dell’età . Pagina dopo pagina, questo lungo ‘racconto in poesia’ si offre al lettore come un invito a un viaggio all’interno e all’esterno di sé, intessuto con mille sfumature fra sentimento e ragione attraverso immagini che appaiono quiete, familiari, quotidiane, ma sono percorse da improvvise e spiazzanti tensioni espressive. E i titoli delle due parti della raccolta indicano direzioni molto precise: nel primo, Amore e dintorni, il fervore della giovinezza scoppia in brevissime, deliziose liriche brevi. Nel secondo, Al confine e oltre, si intrecciano i motivi dello scorrere del tempo e degli affetti, in un panorama di raggiunta maturità espressiva. Gli oggetti consueti diventano simboli, segnano i tempi della vita che scorre: e la mente si apre al pensiero di Dio, nella riflessione appassionata del cuore che chiede, che guarda all’infinito. Ma ombre di disperazione esplodono in un cielo abbrunato, e solo l’umile attesa di misteriose e sfuggenti presenze angeliche, o le vecchiette inginocchiate durante la Settimana Santa sono balsamo e consolazione. E così la conclusione sarà ancora sotto le ali di un angelo: ‘E il cane li seguiva.../ Raffaele e Tobiolo, in strada,/ per raccogliere i doni di Dio./ Frutto di preghiere e pietà / la compagnia dell’angelo’ (Il cane), e con un lieto fine sommesso e soffuso di malinconica ironia (A lieto fine).
Dalla prefazione di Antonia Arslan.