Descrizione
Questo è il terzo libro di poesie di Ferdinando Camon, dopo “Liberare l’animale”, premio Viareggio, e “Dal silenzio delle campagne”, entrambi pubblicati da Garzanti nel 1973 e nel 1998. “Son tornate le volpi” è un libro sulla paura. Un Occidente muto che è preda della paura. Viviamo in una storia che fa paura. Andiamo a dormire, e troviamo uno sconosciuto che dorme nel nostro letto. Ci muore una figlia e la seppelliamo, e dopo due giorni rubano la sua fotografia dalla tomba, per metterla sul passaporto delle loro bambine prostitute. Per paura gli uomini si barricano in casa. Blindano la porta che dà sulla strada, ma adesso blindano anche la porta della stanza da letto. Dormono come dentro una cassa di sicurezza. La paura solleva un sentimento di difesa verso chi fa paura, ma guardando da vicino i nuovi arrivati l’autodifesa viene spazzata via dalla pietà, come in “Negro alla posta”, dove l’autore osserva un immigrato dall’Africa profonda fermo davanti alla buca delle lettere, nella quale non osa far cadere il suo plico, perché non capisce come un francobollo colorato possa portare quel plico all’Equatore. Il salto dalla paura alla pietà indica che i punti d’osservazione sono molti e non si preoccupano affatto di andare d’accordo. Immigrazione, droga, delitti, prostituzione, mafie di terra e di mare, naufraghi, barboni, bambini rom che bruciano…: le “catastrofi quotidiane” che riempiono la nostra vita sono viste volta a volta con l’occhio dell’uomo della strada, del poliziotto che vince o che è bruciato vivo, dei mafiosi raffinati assassini, delle vittime, degli sfruttatori. Ne deriva una situazione di perenne, invasiva ambiguità, che conferma la pericolosità di quel che scrive Camon, del suo modo di raccontare i fatti. La poveraccia albanese che, per raccattare qualcosa con l’elemosina, scotta con la cicca il piede del bambino kosovaro, in modo da farlo piangere e così commuovere il buon borghese che sta passando, è oggetto di pietà o di accusa? Dire “tutt’e due”, come dice l’autore, è un alibi. La singola pietà o la singola accusa cambiano tutto, ma messe insieme lasciano tutto così com’è.