Descrizione
Le società occidentali hanno tentato di esorcizzare lo spettro della fame, trasformando alimentazione, cibo e gastronomia in un business complesso e articolato che entra nella vita quotidiana di tutti noi, senza neppure che ce ne rendiamo conto. La ristorazione si è sviluppata segmentandosi in una serie infinita di proposte che vanno dal drive-in asettico dei fast-food alla liturgia rituale dei ristoranti stellati con lista di prenotazione, senza soluzione di continuità. Il consumo di cibo si è diversificato includendo cucine regionali e gastronomie etniche vere o presunte, outlet per il cosiddetto take-away, consegne a domicilio gestite da ibernatori furgonati di pochi scrupoli o da scooteristi con scarso senso dell’orientamento. Anche la grande distribuzione ha sviluppato corner per offrire i piatti che un tempo erano il feudo tradizionale delle rosticcerie, mentre la TV propone format di ogni taglio e genere che si occupano comunque di cucina e gastronomia. Per non parlare dei social, dove è difficile distinguere i professionisti dagli apprendisti stregoni improvvisati che aspirano al famoso quarto d’ora di celebrità e in quelle paludi del web non si riesce a sfuggire alle legioni di arricchiti che ostentano il piatto costoso servito nel ristorante alla moda in puro stile cafonal. Secondo alcuni questo progresso ci ha arricchiti, ha aperto i confini di una cultura alimentare provinciale e ristretta, a me talvolta sembra che in questa babele fatta di superficialità e mode effimere abbiamo smarrito la “bussola”, quel buon senso che solo cinquant’anni fa caratterizzava il rapporto tra l’uomo e il cibo e che proponeva una cucina legata alla stagionalità, alla tipicità, al sapore e a una sana parsimonia. Ho raccolto in questo libro un centinaio di ricette tipiche della bassa padana, un’eredità preziosa che ci riporta ad una gastronomia “domestica”, alla portata di molti, se non di tutti, caratterizzata da sapori autentici e straordinari.